Grazie alla positiva esperienza avuta con le Perseidi della scorsa estate, da poco prima di Natale ho pensato di installare una postazione fissa che mi permettesse un monitoraggio pressocchè continuo degli eventi meteorici tramite la ricezione in VHF del segnale del radar GRAVES.
Dopo un primo periodo di test che mi ha consentito di conoscere i limiti dell’economico ricevitore da me usato, una semplice chiavetta USB RTL, ho preferito costruire ed applicare prima del front end del ricevitore stesso un filtro elicoidale che consentisse di rendere il ricevitore, un pò sordo e poco lineare, appena più efficiente e performante. L’antenna che utilizzo è una LPDA 8 elementi V-UHF per bande radioamatoriali polarizzata orizzontalmente, quindi con 4 elementi attivi in VHF. Il puntamento azimuth è di 300° mentre l’elevazione è di circa 20°.
C’è da considerare un minimo disadattamento di impedenza fra il sistema antenna-cavo (RG213) ed il ricevitore in quanto l’impedenza di ingresso della chiavetta è di 75 Ohm. Nessun preamplificatore è stato utilizzato.
Il ricevitore, sintonizzato a 143.048 MHz USB, è controllato nelle sue funzioni SDR dal software SDR#, da qui il segnale audio è traslato tramite VAC (Virtual Audio Cable) al software SpectrumLab il quale cura l’analisi dei segnali ricevuti, discriminando tramite un’apposita Conditional Action script gli echi ricevuti, e il salvatagio dei dati statistici oltre alla creazione di una immagine ogni 3 minuti.
Il software Colorgramme, invece, si occupa di leggere i dati salvati da SpectrumLab e di inviarli al sito RMOB, un gruppo di ricerca amatoriale meteorscatter. Un ultimo software gestisce l’upload ogni 3 minuti del più recente spettrogramma creato e di un plot con le statistiche degli eventi delle ultime 6 ore.
Grazie al filtro i risultati sono stati immediati ed il rate di pochi echi iniziali si è subito innalzato a valori superiori ai 25/30 eventi l’ora.
Lo spegnimento per manutenzione del trasmettotore GRAVES, qualche giorno dopo Natale, mi ha consentito un ulteriore test per vedere se effettivamente i segnali che ricevevo fossero echi e non segnali spuri di qualche altra origine.
Insieme ad altri appassionati di meteorscatter abbiamo atteso la fatidica data del picco delle Quadrantidi prevista per il 3 Gennaio alle 12 UTC.
Il continuo monitoraggio pre e post sciame meteorico mi ha consentito un confronto numerico del periodo. Nei dati pubblicati più sotto ho appositamente lasciato il giorno 1° Gennaio quando ancora la media di fondo era pressocchè quella dei giorni precedenti.
Si può notare dal grafico che già sul finire del giorno 1° la media di eventi era in aumento con 565 echi registrati ed una media di 23,54 e/h , il giorno 2 è ben evidente un aumento significativo degli echi portando il numero di eventi registrati per l’intera giornata a 1167 con una media oraria di 48,62 e/h. In pratica si era già registrato il raddoppio degli eventi.
Il 3 Gennaio, giorno del picco previsto, sono stati contati 1899 echi per una media oraria di quasi 80 e/h. Il picco maggiore di eventi è stato da me registrato alle 7:00 UTC con 132 eventi. La cadenza è andata a scemare fino ad un secondo picco che si è verificato alle 19 UTC con 110 eventi.
Di seguito solo alcune delle migliori immagini catturate a partire da una eco di quasi due minuti:
Confrontando i dati con quelli dell’Osservatorio di Gorga si nota la notevole differenza di echi catalogati, siamo ad un rapporto di circa 1:3,5. Sicuramente il sistema di ricezione dell’osservatorio (la qualità della radio innanzitutto) e la posizione orografica consentono una maggiore sensibilità al sistema dell’osservatorio. Molti degli echi non sono stati catalogati nel mio sistema per il livello troppo basso ricevuto, mentre alcuni falsi positivi erano dovuti a riflessioni lunari e oggetti spaziali non meglio identificabili.
Vorrei ringraziare Daniele Caccia, Giorgio De Luca, Massimo Bertani, Vainer Orlando, Renato Feuli per i consigli e la condivisione in tempo reale delle loro esperienze e Tonino Gerardi dell’osservatorio astronomico di Gorga.